sabato 17 giugno 2017

Abusi e violenze nei circhi e nei giardini zoologici, strutture che impongono inaccettabili condizioni di vita degli animali

Animali che scappano (come i 4 cammelli che hanno superato la recinzione del recinto a una settantina di km da Bruxelles) o che si ribellano ed attaccano gli addestratori ( come il leone che in Francia ha ferito gravemente il domatore o la tigre siberiana dello Hametron Zoo Park, in Inghilterra, rinchiusa da anni in pochi metri quadrati che ha ucciso una guardiana dello zoo entrata nel suo recinto ) sono solo le ultime notizie dei tentativi di ribellione delle creature ad una vita di violenze e soprusi imposti nei circhi e nei giardini zoologici.
Perchè ciò che viene celato agli occhi degli spettatori e talvolta anche dei veterinari sono le reali condizioni di vita degli animali utilizzati negli spettacoli. Un'esistenza di sfruttamento, maltrattamenti e sevizie se non vere e proprie torture inflitte allo scopo di costringere queste creature ad assumere posture ed a svolgere "esercizi" assurdi ed al limite di ciò che la loro struttura fisica permette.
Come dimostra anche il filmato girato di nascosto dalla ong ADI nell'arco di 15 anni in differenti circhi della Gran Bretagna ( e presentato da Eurogroup for Animals presso il parlamento europeo a Bruxelles nell'aprile scorso per sensibilizzare circa la graduale dismissione dei circhi con animali in Europa) che evidenzia come le condizioni degli animali rimangano inalterate in molte delle strutture circensi con una realtà drammatica fatta di frustate, bastonate, colpi con uncini, catene così corte da impedire qualsiasi movimento, gabbie di dimensioni estremamente ridotte e giacigli luridi.
Condizioni frequentemente mascherate durante le ispezioni della polizia veterinaria con la presentazione di situazioni di detenzione rientranti nelle normative.
L'opinione pubblica è però sempre più contraria allo sfruttamento degli animali negli spettacoli circensi ( a Kiev nell'aprile scorso si è tenuta una manifestazione a riguardo proprio in seguito all'abbattimento di una leonessa scappata "evasa da un circo) .
Ed aumenta, pure in Italia, il numero dei circhi denunciati per maltrattamento e detenzione in condizioni inadeguate, mancato rispetto della convenzione CITES a tutela del benessere animale e della sicurezza degli spettatori oltre che delle norme inerenti le condizioni di detenzione e di trasporto di animali pericolosi.
Infatti violazione ed elusione delle disposiziobni vigenti in materia sono sistematiche attraverso il ricorso ad interpretazioni pretestuose o disposizioni formulate allo scopo anche da parte delle autorità nonostante il recepimento e la conferma dell'importanza del valore delle norme CITES nella Legge 426/98.
Medesime risultano le condizioni di detenzione degli animali presso gli zoo, i parchi ecc. ( di una settimana fa la notizia del sequestro di 4 cercopitechi rinchiuse da anni nel Lago parco zoo di Castelvetro, Modena; dello scorso aprile il video filmato della Peta che ha svelato l'uso di aste metalliche con uncino per addestrare i cuccioli di elefante a compiere esercizi da parte di alcuni custodi dello zoo di Hannover).
E che vedono sul territorio italiano una situazione anomala. Infatti benchè i giardini zoologici non siano considerati luoghi di intrattenimento e spettacolo dalla legislazione europea, nel nostro Paese una legge del 1968 equipara alcune strutture che detengono animali in cattività con i circhi e gli spettacoli viaggianti. Dal momento che questi ultimi ricevono finanziamenti pubblici, al fine di usufruirne delle sovvenzioni statali in Italia vi sono degli zoo delle strutture zoologici con parchi divertimento al loro interno.
Strutture che in parecchi casi risultano addirittura abusive pur se aperte al pubblico pagante o che non rispettano la normativa relativa all'importazione come nei casi più recenti ( 2015 sequestro in Sardegna di due strutture zoologiche abusive in quanto senza regolare licenza nonostante da tempo aperte al pubblico delle quali una, in provincia di Medio Campidano , ospitava specie esotiche a rischio di estinzione ed animali pericolosi in spazi angusti ed in pessime condizioni e l'altra, in provincia di Nuoro, realizzata come allevamento di struzzi deteneva procioni, scimmie ed un canguro; giugno 2016 confisca dal Parco delle Cornelle, Bergamo, di una settantina di esemplari appartenenti a specie protette importati illegalmente e senza rispettare la convenzione CITES; 2016 nel comune di Saviano, Napoli, sequestro di uno zoo clandestino in cui nel quale si trovavano oltre 100 animali appartenenti anche specie a specie esotiche e protette ).
Incrementano di conseguenza le segnalazioni di maltrattamenti ed abusi da parte di associazioni animaliste e cittadini ed aumentano le ispezioni di veterinari e forze dell'ordine, l'applicazione di sanzioni pecuniarie ed i divieti di utilizzo oltre che i sequestri, da parte delle autorità giudiziarie, di animali detenuti in condizioni inacettabili. Pure se non risulta affatto semplice trovare luoghi idonei ad ospitare le traumatizzate creature e spesso ciò significa che vengono affidate in custodia giudiziale, anche se temporanea, proprio agli stessi aguzzini ai quali erano state requisite.
Purtroppo la componente più reazionaria e retriva ( circensi in prima linea) del nostro Paese, e non solo, prosegue nella assurda richiesta di continuità di una tradizione che vuole la presenza degli animali negli spettacoli testimoniando la difficoltà ad affrancarsi dal passato per realizzare un effettivo ammodernamento.
Perchè quello degli animali detenuti in prigionia in strutture ai fini di intrattenimento è un business i cui scopi sono prettamente economici ( la salvaguardia delle specie a rischio di estinzione va effettuata con politiche e programmi di conservazione in ambito locale mediante la tutela dell'habitat poichè gli esemplari nati in cattività e completamente dipendenti dall'uomo non sono in grado di procurarsi cibo e difendersi nell'ambiente naturale ).
Queste strutture risultano infatti del tutto inefficaci in termini di ripopolamento mentre presentano un'elevata pericolosità nelle fasi di cattura e trasporto anche per gli individui nati in cattività e ceduti ad altre strutture.
Inoltre le condizioni di captivazione provocano grande disagio e sofferenza negli individui poichè la reclusione inibisce le necessità etologiche e li costringe alla sopravvivenza in condizioni innaturali in spazi impropri, in gabbie anguste o perennemente legati a catene (impediti nei movimenti o addirittura immobilizzati), in contesti climatici estranei e spesso opposti a quelli del luogo d'origine, in una situazione di stress causato dalla costante presenza dei visitatori od obbligati ad esibizioni antitetiche alla loro natura.

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