venerdì 9 ottobre 2015

L’orango ucciso allo zoo di Duinsburg e l’assenza etica della prigionia

Gli oranghi sono noti per l’abilità e gli stratagemmi utilizzati nei tentativi di fuga .
E dal momento che frequentemente riescono nella loro impresa l’evasione spesso si conclude con l’uccisione dell’animale.
Come nel caso del primate dello zoo di Duisburg, in Germania occidentale, ucciso a fucilate da un custode autorizzato ad utilizzare armi da fuoco mentre, uscito dal suo recinto correva spaventato avanti e indietro e tentava di oltrepassare la recinzione esterna. Troppo il tempo che sarebbe occorso per l’effetto del sedativo e troppo elevato il rischio per le vite umane (l’orango avrebbe potuto fuggire per le strade della città ) la giustificazione fornita dagli addetti che hanno sparato. Si è invece salvato un secondo orango sedato e riportato in gabbia.
L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di evasioni.
Rocky, un orango maschio di 9 anni, e la madre adottiva sono scappati dall’area loro destinata nell’ International Orangutan Center di Indianapolis, pure se non sono riusciti a raggiungere le zone visitate dal pubblico.
Nel 2007 la fuga di Blackie, una femmina di 19 anni, prigioniera in una gabbia nello zoo di Kaohslung, a Taiwan,  è stata ripresa e documentata  (come la sua rabbia) in un video diffuso sul web.
Ma Gli oranghi sono esseri molto intelligenti e difficili da trattenere in cattività infatti studiano ed organizzano in tutti i particolari i piani di evasione senza lasciar trapelare le loro intenzioni. Il loro impegno è sempre premiato e la fuga avviene con modalità sicure ed inattese.
Poiché Evidentemente questi primati soffrono molto la detenzione e cercano di recuperare la libertà con ogni sotterfugio. Come già indicato dal portavoce della società tedesca per la protezione degli animali, Marius Tuente, l’episodio evidenzia la carenza etica della pratica della reclusione degli esseri viventi e meriterebbe una riflessione circa l’opportunità di tenere imprigionate creature, specialmente se molto intelligenti,  come i primati.
Gli oranghi avrebbero infatti capacità di apprendimento e di trasmissione delle conoscenze  totalmente analoghe a quelle della specie umana come ha scoperto uno studio, pubblicato su Current Biology, realizzato da  un gruppo di antropologi guidato da Carel Van Schaik e Michael Krutzen. Tale ricerca dimostrerebbe che la cultura ha le stesse radici evolutive negli esseri umani e nelle scimmie antropomorfe e che proprio in funzione di questa completa similitudine i primati meriterebbero il riconoscimento di persone non umane come già accordato in Argentina  all’orango Sandra  da una Corte di giudici i quali, accogliendo l’atto di “ habeas corpus”, hanno dichiarato la sua ingiusta detenzione e ne hanno ingiungento la liberazione.
Perché tutte le scimmie antropomorfe, e la totalità degli animali, dovrebbero godere del  pieno diritto di non subire sofferenza,  abusi  ed  un ergastolo assolutamente immeritato.

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