sabato 23 maggio 2015

Trivellazione all’artico : accordata la concessione alla Shell dall’amministrazione Usa


L’approvazione da parte del governo Usa del piano esplorativo della Shell per la trivellazione esplorativa nell’Artico desta seria preoccupazione, anche se la compagnia petrolifera deve ancora ottenere le autorizzazioni del governo federale e dello stato dell’Alaska.
L’amministrazione Obama ha accettato il  piano  presentato dalla compagnia energetica, il cui programma di estrazione in zona artica risale al 2007 ed è stato bloccato nel 2012 in seguito ad una sequenza di errori e contrattempi che misero a rischio l’ambiente marino locale.
Il Dipartimento degli Interni ha però subordinato l’autorizzazione del programma della Shell, che prevede l’utilizzo di due trivelle per esplorare sei pozzi di estrazione, al rispetto di diciotto condizioni preliminari a tutela dell’ecosistema e delle operazioni, vincolanti ed obbligatorie per iniziare le operazioni di carotaggio previste da luglio 2015.
L’attività esplorativa è prevista nel mare di Chukchi, tra Alaska e Siberia. La zona è considerata estremamente rischiosa per le condizioni climatiche estreme (transito di iceberg e tempeste con onde alte anche 15 metri e) e molto isolata quindi difficilmente raggiungibile sia dal mare che dalla terraferma in caso di incidenti ( la Guardia Costiera Usa struttura adeguatamente attrezzata per intervenire dista più di 1.500 km ).
Oltre alla posizione ed alle caratteristiche meteorologiche particolarissime l’area fa parte di un delicato ecosistema : rientra nel tragitto delle migrazioni di animali e mammiferi marini ( trichechi e balene) ed ospita foche ed orsi polari. La pericolosità delle trivellazioni per questa zona risulta addirittura superiore a quella di altri luoghi del pianeta con conseguenze gravissime in caso di incidenti. Eventi che puntualmente purtroppo si verificano come dimostra il disastro ambientale accaduto in questi giorni causato in Usa dalla perdita di un oleodotto.
Ambientalisti e scienziati hanno rilevato la carenza e superficialità del progetto della Shell e l’impreparazione della compagnia anglo olandese nella conduzioni di operazione estremamente complesse (.è ritenuta inaffidabile per l’alto numero degli incidenti che si sono verificati durante il suo operato).
L’allarme riguarda la probabilità che il petrolio filtri attraverso i ghiacci e raggiunga oceani e mari di tutto il globo.
Inoltre l’operazione risulta estremamente impattante su un ecosistema così perfetto e fragile, già soggetto al problema dell’innalzamento della temperatura e dello scioglimento dei ghiacci.

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