venerdì 29 maggio 2015

L’inutile e crudele sperimentazione sui cuccioli di scimmia negli Usa

Gli esperimenti sui primati avvengono sia in Europa (dove sono coinvolti circa 10.000 scimmie e dove la Gran Bretagna esegue circa un terzo delle esperienze ) che negli Stati Uniti.
Questa pratica provoca sofferenze fisiche e psicologiche agli animali.  Ma negli Usa le indagini mirate a capire decorso delle patologie mentali, ed efficacia dei farmaci, correlate all’assenza delle cure parentali ha implicato crudeltà ancor più accentuate. L’associazione PETA ha ampiamente denunciato l’orrore di questa sperimentazione effettuata sui cuccioli sottoposti a trattamenti aberranti.
Il National Institutes of Health (NIH) a Poolesville nel Maryland, ha infatti condotto per anni ( dagli anni 50 ai 70 ) esperimenti brutali sui cuccioli di scimmia : neonati tolti alle madri  e messi, traumatizzati,  in isolamento all’interno di anguste scatole metalliche anche per un intero anno, altri piccoli la cui madre era sostituita con una genitrice realizzata in legno e filo.
Autore di queste pratiche era Harry Harlow, il quale notando il permanente trauma psichico prodotto da queste prolungate e tremende condizioni estese i suoi test accentuando la violenza ( cuccioli così fortemente traumatizzati da impazzire o morire dopo essere stati rinchiusi in totale isolamento in un contenitore metallico scuro chiamato il “pozzo della disperazione” e che a loro volta, dopo una gravidanza forzata, maltrattavano ed uccidevano i loro piccoli).
La sperimentazione relativa agli effetti della carenza di cura materna sui neonati di primati è proseguita fino ai giorni nostri mediante l’operato di Stephen Suomi, allievo e collaboratore di Harlow.
Così annualmente nei laboratori del NIH nascono 40-60 esemplari, cresciuti per sviluppare la malattia mentale staccandoli, poche ore dopo il parto, dalla madre per provocargli ansia, depressione, aggressività, ma anche calo ponderale, diarrea, ecc. e comportamenti autolesionistici 
I neonati, tolti alle madri, sono rinchiusi in piccole gabbie e terrorizzati con  forti rumori, da esseri umani o da serpenti elettronici inseriti nei contenitori o ancora forzati a mantenere il capo in alcune posizioni. Piccoli atterriti nel vedere la propria madre, sedata, perdere conoscenza e rimanere immobile come morta mentre vengono allattati. Infine costretti a subire metodologie cliniche agghiaccianti come l'inserimento di apparecchiature fissate alla scatola cranica per somministrare, mediante iniezioni intracraniche, farmaci o etanolo al fine di generare dipendenza dall'alcol simile a quella degli eilisti. Dopo essere stati sottoposti per anni a sperimentazioni estremamente violente e dolorose i macachi vengono uccisi.
Gli esperimenti proseguono nonostante lo stesso Suomi abbia riconosciuto l’irrilevanza di tali indagini per la verifica dell’efficacia sull’uomo di farmaci antidepressivi ( in particolare in bambini ed adolescenti con disturbi psichici) ed abbia ammesso la necessità della ricerca sul modello umano per conseguire risultati attendibili.
Questi test, realizzati con denaro pubblico, continuano mentre la ricerca fondata sul modello umano soffre della carenza di finanziamenti.
Forse non erano necessari esperimenti di tal tipo per comprendere che il dolore vissuto nel’infanzia lascia un segno indelebile. Talvolta interrogarsi circa il proprio operato riserva sorprese soprattutto per il genere umano. Perché se nei primati non umani lo squilibrio mentale deve essere indotto con la tortura nella specie umana pare risulti connaturato in molti esemplari.

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