domenica 27 aprile 2014

La comunicazione interspecifica

Una ricerca del Mta-Elte Comparative ethology research Group, presso l’Accademia di scienze ungherese,  pubblicata su “Current biology”  ha scoperto che il cervello dei cani, come quello degli uomini, è munito di “voice area” specifiche “aree vocali” dedicate all’elaborazione delle voci grazie alle quali sono in grado di cogliere anche i segnali emotivi contenuti in una voce.
Un’indagine svolta da Stanley Coren, professore all’università canadese della British Columbia, e presentata all’American Psychological Association ha invece dimostrato che i cani possono comprendere fino a 250 parole vocaboli e gesti, contare fino a 5 e svolgere semplici esercizi di matematica.
Gli studi hanno evidenziato dimostrato che il cervello del cane è sensibile come quello umano ai segnali delle emozioni e degli stimoli sociali.
I cani e gli uomini hanno un ambiente sociale simile e i risultati della ricerca  indicano per entrambi l’uso degli stessi meccanismi cerebrali per l’elaborazione delle informazioni sociali. Probabilmente questa similitudine determina almeno parzialmente la validità della comunicazione verbale tra le due specie. Ciò secondo l’analisi si deve al fatto che l’evoluzione delle aree vocali delle due specie è avvenuta durante la fase dell’ultimo antenato comune tra uomo e cane. Tale stadio temporale del processo spiegherebbe la corrispondenza dei meccanismi neuronali e comportamentali delle due specie. Lo studio comparativo sul processo cerebrale delle voci, attuato con la risonanza magnetica, ha infatti riscontrato sia negli esseri umani che nei cani l’attivazione delle aree vocali che si trovano in analoga localizzazione nel cervello di entrambi. Sono emerse stupefacenti affinità nelle modalità con cui il cervello dei due individui elabora suoni carichi di emotività.
La similitudine dei meccanismi cerebrali per l’elaborazione del significato sociale del suono e la somiglianza dell’elaborazione uditiva aiuta a spiegare le modalità con le quali i cani riescono ad entrare in completa sintonia con i sentimenti e le emozioni degli esseri umani e perché la comunicazione tra le due specie sia così efficace.
Siamo però solo all’inizio della comprensione delle modalità con le quali i cani riescono ad entrare in una sintonia così piena con i sentimenti e le emozioni umane.
La comunicazione tra esseri umani e cane, ed animali in genere, è infatti probabilmente molto più articolata di quanto riteniamo e basata solo in minima parte sul linguaggio verbale.
La comunicazione interspecifica è affidata primariamente alla forma non verbale esattamente come tra due individui umani di differente idioma (non a caso la funzione comunicativa dell’arte sfrutta l’universalità dell’immagine e il coinvolgimento emozionale per superare anche l’ostacolo di lingue diverse o dell’analfabetismo ).
L’espressione comunicativa, soprattutto quella non verbale, riveste mansioni fondamentali nel mondo animale ed è determinante per la sopravvivenza.  Risulta infatti indispensabile per prevedere il comportamento di un altro essere ( l’ interazione preda-predatore si basa fonda sulla lettura dei comportamenti reciproci).
Il linguaggio non verbale è complesso e comprensivo di comunicazione sensoriale tattile, chimica, acustica e visiva.
Il tatto e il contatto fisico svolgono una funzione importante nei rapporti animali ( nella lingua inglese gli animali d’affezione sono chiamati pets dal verbo pet = carezzare, coccolare e sul contatto fisico si basa anche la pet-therapy).
Negli animali sociali la capacità di comprendere la mimica espressiva è molto sviluppata ed è usuale l’utilizzo del  linguaggio corporeo per il quale la postura e la posizione di alcune parti (muso, coda, denti, orecchie, occhi e dorso ) sono essenziali per la trasmissione del messaggio.
Come la percezione di agenti chimici attraverso l’olfatto ( ad esempio il rilascio dei feromoni per la  marcatura del territorio), la vista, l’udito e l’espressione vocale che, al pari delle altre modalità, riveste un’importanza rilevante.
I segnali per l’espressione e la comunicazione dell’animale sono basilari e necessari per la socializzazione o  per manifestare lo stato d’animo ( benessere, disagio o stress ).
Questi canali di comunicazione sono in gran parte preclusi agli esseri umani ed anche per questo il linguaggio verbale umano è stato assunto come paradigmatico e universale, dimostrazione della presupposta inferiorità animale per l’incapacità ad aderirvi.
Le scoperte nel campo sono probabilmente commisurate alla tipologia della ricerca  : verosimilmente scopriamo solo ciò che siamo in grado di indagare e comprendere rimanendo insensibili ad una forma espressiva che ha i suoi presupposti in fattori sensoriali che ci sono per lo più ignoti.
Poiché emittente e ricevente del messaggio non usano gli stessi moduli comunicativi, ossia la stessa lingua, deve essere primaria l’attenzione da parte degli esseri umani per il riconoscimento e la conoscenza di queste modalità comunicative e la corretta interpretazione dei messaggi.
Dato che in latino il termine comunicare significa mettere in comune, condividere un messaggio e, se alla base della comunicazione vi è con ogni probabilità l’empatia, la comprensione e il rispetto dell’espressività animale risultano indispensabili per una soddisfacente relazione.


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