domenica 9 marzo 2014

Il cohousing e il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche


In Italia il cohousing è materia recente, ma di notevole interesse e in costante sviluppo.
La coresidenza quale nuova tipologia dell’abitare rappresenta la risposta ad esigenze espresse da gruppi comunitari con la ricerca di modelli abitativi progettati per usi innovativi, ma anche pertinenti alle nuove necessità organizzative delle strutture  residenzali.
Il cohousing  aspira ad un miglioramento della vivibilità della città, coinvolge vari aspetti e offre importanti opportunità.
Questo modello abitativo, attento alla salvaguardia ambientale, può infatti consentire, anche in virtù della condivisione, un controllo di consumo del suolo e i vantaggi derivanti dall’impegno per la qualità dell’edilizia e del suo rapporto con il territorio. E se la coresidenza prevede soluzioni nelle quali è fondamentale la presenza di aree a giardino contribuisce a creare un habitat quotidiano a misura d’uomo con l’aumento e una distribuzione più puntuale degli spazi verdi urbani.
Il cohousing  concorre quindi alla sostenibilità con le scelte e gli stili di vita, ma pure con la diffusione di comportamenti “ecologicamente” responsabili. E in questo senso possono anche ascriversi pratiche di ricerca e sperimentazioni come i gruppi d’acquisto solidali, car-sharing, banche del tempo, ecc.
Inoltre la coresidenza implica  una connaturata prerogativa di interesse sociale.
Le relazioni di vicinato, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’ incremento di risorse richiesto dal sistema welfare,  rappresentano contributi e attività non professionali che possono determinare le condizioni per un allungamento dei tempi di autonomia e della gestione delle patologie senili.
La forma del cohousing si colloca quindi a pieno diritto titolo nel campo delle politiche sociali poiché gli aspetti di solidarietà e collaborazione sono integrativi/sostitutivi dei servizi per i quali si registra un incremento di domanda per la domiciliarizzazione.
Le iniziative di coresidenza possono inoltre rappresentare occasioni per originare possibilità lavorative generate dalla cantierizzazione dell’intervento stesso e dalle successive opportunità  che si realizzano nell’ambito della comunità per la condivisione delle prestazioni (condivisione di aiuto nelle faccende domestiche, nella domiciliarizzazione degli acquisti, di assistenza medica, ecc.)
Se poi la struttura è anche animal-friendly, configurandosi come deterrente all’abbandono/rinuncia di proprietà ed incentivante per l’adozione, estende il vantaggio all’alleggerimento delle funzioni proprie delle strutture pubbliche destinate ad accogliere gli animali d’affezione.
In ultima analisi se le soluzioni abitative realizzate con il modello della cohousing risultassero vincenti sul mercato immobiliare per le loro peculiarità architettoniche e caratteristiche qualitative, come sta già accadendo negli Stati Uniti, gli incrementi di valore delle unità residenziali renderebbero convenienti gli investimenti immobiliari in questa tipologia di edifici che potrebbe divenire un modello anche per buona parte dell’edilizia sociale.
Il cohousing ha quindi implicazioni molteplici e presenta notevoli potenzialità, poiché possiede una significativa valenza sociale e può generare ricadute positive sull’interesse collettivo non ultima quella relativa ai benefici di economia.
Sarebbe perciò auspicabile un confronto collaborativo tra i gruppi e le associazioni promotrici degli interventi e le pubbliche amministrazioni.
Un supporto da parte delle istituzioni alla coresidenza sarebbe di sicuro interesse in relazione agli aspetti di novità espressi da questa forma abitativa e alla sua capacità di soddisfare le esigenze di una società in continuo cambiamento. E potrebbe prevedere, per i cohousing promossi da privati, forme diverse di sostegno : l’esenzione dal pagamento degli oneri di urbanizzazione piuttosto che l’appoggio da parte delle amministrazioni locali per il reperimento di aree o fabbricati a costo contenuto o da un intervento a  favore delle fasce sociali più deboli al fine di facilitare l’accessibilità economica a questo tipo di residenza. Una soluzione in tal senso potrebbe essere quella di inserire il cohousing all’interno delle politiche di housing sociale rendendolo un’alternativa concreta all’offerta abitativa tradizionale.

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