lunedì 23 dicembre 2013

Emozioni o il sentimento animale








Il pensiero pregiudiziale che l’uomo riserva al mondo animale lo spinge a negare evidenze palesi  sulla vita cognitiva ed emotiva delle creature non umane. Gli animali sono considerati esseri troppo semplici, privi di capacità razionali e il cui livello emozionale e conoscitivo è equiparabile tutt’al più alla nostra fase infantile. Incapaci di astrazione e consapevolezza, anche della propria e altrui esistenza, quindi della morte e della lacerante privazione che comporta. Malgrado le osservazioni e le ricerche inducano a speculazioni opposte.
Ma alle inequivocabili manifestazioni delle emozioni e sentimenti animali viene spesso attribuita l’univoca interpretazione dello scopo adattativo.
Ciò nonostante siano state rilevate analogie di geografia cerebrale e risposta neuronale. E che le implicazioni derivanti da queste esperienze comportino che “il cervello che agisce è anche e innanzitutto un cervello che comprende” risultando coinvolti i processi cognitivi e motori poiché sembra che la percezione, la comprensione e l’azione siano raggruppate in un meccanismo unitario.
Infatti i procedimenti che sovrintendono le proprietà specchio necessitano di capacità che rendano possibili linguaggio verbale e non verbale, e il riconoscimento delle emozioni altrui e la loro condivisione.
Gli animali praticano la socialità e stabiliscono rapporti altrettanto importanti di quelli che si creano tra gli esseri umani. E come gli uomini hanno la capacità di avvertire sensazioni come ha evidenziato la risonanza magnetica mostrando l’attivazione della zona cerebrale definita del nucleo caudato che si aziona in associazione a sentimenti di gioia e piacere.
Gli animali sperimentano quindi le emozioni che esprimono con il loro comportamento.
Ma la civiltà umana si basa sul principio che la vita animale valga molto mano della propria. Paradossalmente proprio perché la vita umana fa da sempre riferimento alla funzione animale, il cui brutale sistema di sfruttamento non  vuole abbandonare, rinunciando invece a regole e alla coscienza.









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